Soumayla Sako, ventinovenne, bracciante agricolo, maliano e sindacalista USB, è stato assassinato a colpi di fucile nelle campagne della Calabria, mentre recuperava lamiere per la propria baracca in una fabbrica abbandonata.
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Afrin e noi – Appunti sulle complicità dell’Occidente e sul nostro ruolo
Di fronte alla barbarie dello stato turco e dei suoi alleati nei confronti della città curdo siriana di Afrin, sentiamo il bisogno di proporre in essere un ragionamento collettivo che vuole essere complesso. Nelle prossime righe cerchiamo di analizzare la situazione del Medio Oriente, che ci prendiamo la libertà di guardare con il filtro privilegiato creato dalla nostra solidarietà con il movimento di liberazione curdo.
Le Forze Armate non sono una carriera come tutte le altre! Contro la militarizzazione dell’Università
Oggi al Rettorato dell’Università Siena si è tenuto l’incontro intitolato: “Le professioni nelle Forze Armate e nelle Forza di Polizia”.
Abbiamo voluto esprimere il nostro dissenso nei confronti di questo evento di recruiting in cui l’Università assume il ruolo fondamentalmente subalterno di passerella, sulla quale si permette ai rappresentanti delle Forze Armate di sfilare indisturbati e di farsi pubblicità.
Nell’iniziativa di oggi, come in altre numerose iniziative organizzate nelle Università e nelle scuole superiori di tutta Italia, si rileva una tendenza inquetante che si sta affermando nella nostra società: una tendenza alla militarizzazione degli spazi civili, all’indebolimento delle libertà democratiche e alla criminalizzazione del dissenso; cavalcando la retorica della paura e della sicurezza, tutte le forze politiche, in maniera pressochè trasversale, si rincorrono in una gara a potenziare gli apparati repressivi e rafforzare la sorveglianza. La miopia della classe dirigente si accompagna (come con-causa) alla degradazione della cultura politica della cittadinanza tutta che, terrorizzata, è sempre meno sensibile ai temi della tutela politica e sociale e corre quasi con entusiasmo tra le braccia dei propri dominatori.
C’è un problema di cultura democratica e di trasparenza nella Forza Pubblica, un problema che affonda le proprie radici nell’oscura storia del Novecento italiano e che non è mai stato denunciato, menché meno affrontato in qualsiasi maniera dalla classe dirigente del Paese. Nella sua invasione di campo nei confronti del mondo civile, il complesso militare -un corpo estraneo nella Repubblica- sta contagiando la società tutta coi suoi mali: l’autoritarismo, il verticismo, il disprezzo per la democrazia, per la libertà e per il dissenso. Nell’attesa di una riforma radicale degli apparati di forza pubblica, pretendiamo che il rapporto tra questo corpo estraneo e il mondo della formazione venga reciso, che termini questa connivenza omertosa che contribuisce ad avvelenare la nostra società. Per la pace e la libertà
COLLETTIVO POLITICO PORCO ROSSO
La follia omicida è un sintomo, la cultura del terrore è la malattia
La guerra tra poveri è scoppiata. Non da qualche giorno, non grazie alle elezioni politiche del 4 marzo, dal momento che il confermarsi della Lega e di altre forze xenofobe rappresenta solo un passaggio di questa stessa guerra. È poi successo che a Firenze un uomo, disperato a dire della stampa, ha deciso di riversare la sua rabbia su un senegalese. Sempre a Firenze, dove il 13 dicembre 2011 erano stati assassinati proprio Samb Modou e Mor Diop da mano fascista e xenofoba. Un ambulante senegalese che si chiamava Idy Diene e che come Samb Modou (suo cugino) diventa di nuovo il capro espiatorio di un bianco.
L’uomo avrebbe negato ogni motivazione razziale del gesto (forse per evitare di imputarsi altre aggravanti?), tuttavia a noi appare evidentemente come l’ennesimo atto di razzismo in un paese dove la guerra tra poveri sta diventando sempre più tragica. Il razzismo è un rapporto di dominio, radicato nella società, che opera anche in maniera sotterranea e che va sempre e solo in un’unica direzione: dal dominatore “legittimo” contro chi invece è escluso dalla “normale” società civile.
UNIVERSITÀ E PROMESSE ELETTORALI
Ciclo di incontri in alcuni atenei italiani
Nel clima di campagna elettorale che stiamo vivendo in questi mesi ci sentiamo sollecitati con allettanti promesse dai politici dei più diversi partiti che cercano di pescare voti anche fra i giovani, preoccupati dall’astensionismo previsto molto elevato: dalla presunta sinistra che promette addirittura la totale abolizione delle tasse universitarie, fino all’estrema destra che, utilizzando la retorica individualista della meritocrazia, promette più borse di studio per i più meritevoli. Continua a leggere
L’ITALIA È UN PAESE DI MERDA
Succede che un fascista dichiarato, nonché candidato con una lista xenofoba alle ultime amministrative, spara addosso a dei ragazzi africani e semina il panico in una cittadina tranquilla come Macerata, dove qualche giorno fa si è verificato un fatto di sangue efferato ma ancora tutto da chiarire, poiché sulle dinamiche ancora non è stata fatta luce. Il principale indiziato è un nigeriano. Succede che è solo l’ennesimo caso di violenza razzista in Italia negli ultimi 6 anni; non dimentichiamoci l’assassinio dei due ragazzi senegalesi a Firenze nel 2011 ad opera di un fascista che bazzicava gli ambienti di Casapound e del ragazzo massacrato con un palo da un tesserato allo stesso partito della sezione di Fermo. Ora, quelli che dicono che il fascismo non esiste più, che non ha senso risvegliare vecchie ideologie, che opporre “violenza” alla violenza è sbagliato, cosa diranno riguardo quanto accaduto? Continua a leggere
UNA STORIA CHE VALE LA PENA RACCONTARE
Le ultime rivelazioni l’assassinio di Sakine Cansiz e di altre due attiviste Fidan Doğan e Leyla Şaylemez avvenuto a Parigi il 9 dicembre 2013 presso il Centro di Informazione per il Kurdistan hanno gettato luce su uno dei capitoli più tristi della storia dei rapporti tra occidente e stato turco.
Questo articolo viene pubblicato durante le ore tragiche dell’attacco da parte dello stato turco contro la popolazione del cantone di Afrin, nel Rojava liberato dall’occupazione di Daesh. Ai compagni va tutta la nostra solidarietà e la nostra complicità, dal nostro piccolo speriamo che anche queste poche righe possano aiutare a dare visibilità alla lotta del popolo curdo in un occidente troppo sordo.
La sostenibilità istituzionale della retorica neofascista
A Siena si discute oramai da quasi nove mesi di un regolamento comunale contro la concessione degli spazi pubblici ai gruppi razzisti e neofascisti, sulla falsariga di diverse amministrazioni italiane. Con tutti i limiti del caso, la proposta rappresenterebbe comunque un punto simbolico e un avanzamento rispetto allo stato attuale delle cose. Oggi viviamo in un nebuloso limbo di semi-legittimazione che di fatto finisce per tutelare e coltivare i gruppi neofascisti. La proposta a Siena nasce dal basso e prende piede, ma ancora non si vede una luce alla fine del tunnel: il percorso suggerito da Rete Antifascista e Anpi si è bloccato in un marasma burocratico, fatto di omertà e rimandi continui. L’ultimo atto è andato in scena ieri nel consiglio comunale, con l’ennesimo rinvio della votazione, a causa delle numerose assenze che hanno decimato la maggioranza. A questi personaggi interessa veramente combattere il neofascismo?
Da parte nostra continuiamo a sostenere la centralità dell’antifascismo militante, di strada, e non ci siamo mai fatti illusioni sulla portata concreta di una misura come questa; ma al di là della fiducia nei meccanismi e nei riferimenti istituzionali ciò che non abbiamo è la pazienza di aspettare i comodi di chi probabilmente non ha nessun interesse a combattere il neofascismo. Se l’amministrazione non si assume una responsabilità politica precisa siamo convinti che Siena darà una risposta di popolo e di movimento.
Braccia o persone? Categorie neoimperialiste del discorso sui migranti – pt. 2
Nella prima parte del nostro percorso abbiamo cercato di risalire alla natura dei meccanismi di disciplinamento dei migranti, attraverso la categoria dell’oggettivazione. La costruzione del dibattito pubblico ruota attorno alla concezione dei migranti come res, massa passiva e deresponsabilizzata che non è in grado o non vuole esprimere alcuna iniziativa ma, nel migliore dei casi, solo qualche forma di resistenza inerziale. Questa costruzione è funzionale alla repressione di quei migranti che invece adottano forme organizzate di lotta per migliorare le proprie condizioni materiali.
In questa seconda parte proviamo a tratteggiare quali sono le tendenze economiche che dominano e motivano questa dinamica nel campo della coscienza; perché le società a capitalismo avanzato hanno bisogno di ‘accogliere’ e disciplinare forza lavoro ricattabile; come questo disciplinamento prenda corpo grazie alla legislazione e le relazioni di potere all’interno dei luoghi di lavoro. Continua a leggere
Sabato 16 tutt* in presidio contro Forza Nuova
Il comunicato per il presidio di domani alla Madonna delle Nevi
Sabato si terrà a Siena un’iniziativa alla quale presenzierà un noto ex terrorista e stragista fascista, con il palese scopo di sfruttare a fini propagandistici la crisi bancaria che ha travolto la città. I recenti tentativi da parte dell’estrema destra di radicarsi anche nel nostro territorio, in una fase in cui una persistente crisi economica e sociale ha messo in pericolo le fondamenta su cui si basava la nostra città, non sono casuali. Questo molti concittadini lo hanno ben compreso, come dimostrato con i due partecipati presidi del febbraio scorso davanti all’asilo monumento, quando dei militanti neofascisti vi appesero uno striscione contro un gioco da loro considerato “perverso”, e alle logge del papa contro la fiaccolata dell’ultradestra per “i martiri delle foibe”. Questi due momenti hanno dato impulso alla nascita della Rete Antifascista Senese che, poche settimane dopo, insieme ad altre forze antifasciste cittadine, ha respinto una marcia neofascista in occasione dell’apertura di una loro sede in pieno centro, a ridosso della festa della Liberazione. Successivamente, pochi segnali di attività da parte dei nostalgici del ventennio, sporadiche foto durante le ronde, o “passeggiate di sicurezza” come amano chiamarle, rigorosamente di notte, usualmente in luoghi deserti, senza annunciarsi e fotografati di spalle. La città li aveva avvolti in una manifesta e apparentemente efficace indifferenza (dopotutto quando si sono voltati di faccia per la prima volta, tutta Italia ha riso rendendoli un meme popolare su internet per settimane). Ora però sono di nuovo pronti a uscire dai loro covi, in cui si erano saggiamente rinchiusi e nascosti, come testimoniato dall’evento di sabato prossimo, che dovrebbe affrontare il tema della crisi dell’MPS. Curioso che proprio un partito, che altro non è che il modo che il suo leader ha scelto per coprire le sue speculazioni finanziarie, decida di occuparsi di un tema così delicato.
Crediamo che la nostra città non debba e non possa essere il terreno di conquista di nessuno e in particolare dell’estrema destra, la cui azione politica è ovunque caratterizzata da aggressioni, atti intimidatori e vittime, che rappresentano un’inoppugnabile testimonianza della loro vera matrice, violenta, razzista, populista, sessista, omofoba e xenofoba.
Vogliamo per questo andare al di la dell’indignazione dei media mainstream troppo spesso pronti a sdoganarli come una presenza politica legittima.
Sentiamo il bisogno di opporci insieme al ritorno di certe ideologie e pratiche, di tradurre in azione quotidiana i valori dell’antifascismo, dare una risposta collettiva e difendere la città dall’avanzata dell’ultradestra.
Per questo invitiamo tutti e tutte al presidio antifascista che si terrà Sabato 16 dicembre – ore 16, retro della Chiesa della Madonna delle Nevi, in Via Pianigiani a Siena.
FUORI I FASCISTI DALLE CITTÀ!
Rete Antifascista Senese