Il 12 ottobre l’ex ministra dell’Austerity è stata ospite dell’Università degli Studi di Siena, in occasione di una pantomima organizzata dal dipartimento di scienze politiche internazionali, in cui si è parlato di alfabetizzazione finanziaria. Al di là dell’inconsistenza e vacuità dell’evento in questione, una figura come quella incarnata da Elsa Fornero, rappresenta quanto di più tossico ci sia in giro per l’Europa: le politiche “lacrime e sangue” ultraliberiste arrivate in un pacchetto da Bruxelles.
Tutti ci ricordiamo la commedia tragica in diretta TV della Fornero mentre ci spiegava come avremo visto i nostri genitori non percepire la tanto sospirata pensione, o del fatto che avremo dovuto cominciare a vedere il lavoro come un privilegio e non più come un diritto.
Il governo di cui ha fatto parte – e di cui è stata triste protagonista – presieduto da quell’altro avvoltoio europeista di Mario Monti, sarà sempre ricordato per la macelleria sociale messa in atto in ossequio alla dottrina neoliberale; per niente in discontinuità con le varie politiche di liberalizzazione del lavoro portate avanti già dalla seconda metà degli anni ’90 e sponsorizzate dall’UE, ha dato l’impronta anche ai governi successivi che hanno perpetuato la logica dello sfruttamento selvaggio e della guerra fra poveri.
Una delle prime preoccupazioni del governo “tecnico” appena insediato, che ha in realtà agito con una precisa direzione politica, fu quella di inserire in Costituzione il pareggio di bilancio, in ossequio alle direttive stabilite dai vari trattati sottoscritti all’interno dell’Unione Europea. Il pacchetto Salva Italia è stato caratterizzato da una serie di tagli lineari che hanno colpito il settore pubblico e gli ultimi residui di stato sociale, tutto a vantaggio della privatizzazione selvaggia favorendo sia il capitalismo straccione all’italiana che il grande capitale europeo.
Il governo Monti è stato appoggiato da una trasversale forza politica, compresi coloro che hanno governato, o tentato di governare, il paese negli anni successivi. Facendo scontare gli effetti della crisi alle categorie più deboli e ricattabili della società italiana ha ridotto alla disperazione migliaia di famiglie e di lavoratori, consegnando alla nostra generazione un mondo con nessuna garanzia sul lavoro. Jobs act e alternanza scuola-lavoro sono dirette emanazioni di quell’idea politica, prodotte dalla stessa matrice ideologica.
In quest’occasione abbiamo ritenuto doveroso urlare in faccia alla ex-ministra la nostra rabbia e la nostra frustrazione, lei e a tutti gli altri politicanti della sua risma sono coloro che dobbiamo ringraziare per questo futuro fatto di precariato, emigrazione, salari da fame e sfruttamento.